Tra le attività istituzionali del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria sono compresi (all’art.4 comma a. punti 3 e 4 del Decreto istitutivo) numerosi compiti riguardanti la genetica forense.
Per questo motivo il Centro di Referenza si avvale di uno specifico laboratorio di genetica forense, che si occupa di espletare le specifiche attività istituzionali indicate nel Decreto Ministeriale di istituzione.
Le attività di analisi del DNA a scopo forense vengo svolte su anche su richiesta degli altri Istituti Zooprofilattici, degli Enti gestori di aree protette (Parchi Nazionali, Regionali o Riserve), dell’Arma dei Carabinieri, dei Carabinieri Forestali, della Polizia Provinciale, dei Servizi Veterinari delle ASL e delle Associazioni Protezionistiche, nonché di altri organi di Polizia Giudiziaria (Polizie locali).
Il Laboratorio di Genetica Forense partecipa al circuito Proficiency Test on Molecular Species Identification organizzato ogni due anni dall’ Animal, Plant and Soil Traces expert working group (APST) dello European Network of Forensic Science Institutes (ENFSI) http://enfsi.eu/about-enfsi/structure/working-groups/animal-plant-and-soil-traces/.
Oltre alle normali attività diagnostiche di routine, alla messa a punto delle metodiche analitiche di genetica forense e all’attività formativa esterna, il Centro di Referenza è impegnato anche in diverse attività di ricerca nel settore della Genetica di specie e di popolazioni animali selvatiche. Queste attività vengono svolte in collaborazione con Università nazionali ed estere e Centri di Ricerca italiani e stranieri, Riserve Naturali ed Oasi nazionali, nonché con la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.
Le principali attività analitiche di genetica sono finalizzate a:
In quest’ ambito il Centro ha in corso alcune collaborazioni su diversi progetti.
Con il Parco Nazionale dell’Aspromonte, per uno studio riguardante il livello di ibridazione genetica tra il suino domestico e la popolazione di cinghiali presenti all’interno del territorio del Parco.
I risultati permetteranno di mettere in atto le strategie più idonee nei riguardi del cinghiale, in un’ottica sia di gestione che di conservazione di questa specie selvatica.
Con l’Ufficio Biodiversità dei Carabinieri Forestali di Castel di Sangro (AQ), per uno studio sulla variabilità genetica della popolazione di grifone eurasiatico (Gyps fulvus), reintrodotta dalla Spagna sul Monte Velino (Appennino centrale).
Poiché questa specie in Italia è considerata “a rischio critico”, l’Ufficio Biodiversità sta svolgendo delle ricerche scientifiche per valutare la variabilità genetica, il rapporto sessi e le prospettive di persistenza ed espansione di questo nucleo attraverso l’analisi genetica di campioni non invasivi, come penne e piume.
In quanto specie aliena, il procione necessita di un attento monitoraggio e di una efficace attività di gestione, affinché la sua presenza non vada a detrimento delle specie autoctone.
Con la Riserva Naturale Regionale Lago di Vico (Viterbo), per la caratterizzazione genetica di esemplari di lanario (Falco biarmicus) ospitati in centri di recupero e di campioni della stessa specie ottenuti tramite allevatori e musei. Lo scopo è quello di individuare marcatori genetici utili all’identificazione delle diverse specie appartenenti al genere Falco, altamente ibridate tra loro e scarsamente riconoscibili tramite morfologia. L’obiettivo ultimo della Riserva è quello di reintrodurre in natura esemplari puri di lanario, specie a rischio di estinzione, nell’area del centro Italia. Questa collaborazione è esitata nel Progetto LIFE LANNER Urgent conservation actions for Lanner falcon (Falco biarmicus feldeggii) in cui l’IZSLT è partner.
Con l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, l’Università degli studi di Padova, l’Università degli studi di Firenze, l’Università degli studi di Siena, il Museo di Storia Naturale di Venezia, l’ARPAT Toscana e altri enti di ricerca e di monitoraggio nazionali ed internazionali, con lo scopo di tracciare (tramite l’analisi del DNA) l’origine e le migrazioni delle tartarughe marine (Caretta caretta, Chelonia mydas, Dermochelys coriacea) che si riproducono e/o si spiaggiano lungo le coste italiane, in particolare nel Lazio e nella Toscana. Questi studi molecolari si affiancano a quelli condotti dall’IZSLT e dalle Università nell’ambito della sanità animale (parassitologia, istologia, batteriologia, virologia, ecc.).
Con il Parco Regionale dei Castelli Romani ed il Parco Naturale Regionale di Veio, per il monitoraggio genetico della popolazione di lupo, attraverso l’analisi di escrementi e di altri segni di presenza, allo scopo di caratterizzarne la struttura genetica e avere un utile strumento per la tutela della specie nel Lazio. Inoltre, nei casi di predazione sul bestiame da parte di canidi, le analisi genetiche effettuate utilizzando il DNA della saliva lasciata dal predatore sui morsi costituiranno un prezioso strumento analitico per l’individuazione del predatore (lupo o cane) e gestionale per la mitigazione dei conflitti tra attività umane e presenza del predatore.